Cimici asiatiche nell’orto, tutti i rimedi naturali

FONTE: FLICKR

L’invasione delle cimici asiatiche va avanti ormai da anni e anche i migliori insetticidi non sono più in grado di arrestarla. Mangiano oltre 300 tipi di vegetali e con le loro punture distruggono i raccolti e deprezzano i prodotti. In pochi anni la cimice asiatica ha invaso i nostri campi e gli orti di casa senza trovare alcun ostacolo. Anche le strade e le case si riempiono di inverno di questi parassiti, creando notevoli disagi.

Quando nel settembre del 2012 uno studente dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE) rinvenne il primo esemplare nelle terre del modenese non si era ancora percepito cosa sarebbe accaduto alle nostre terre e al disastro che questo piccolo insetto avrebbe creato al mercato ortofrutticolo.

Oggi si registrano danni ingenti ai raccolti che vengono o distrutti o deprezzati da vistosi inestetismi. Spesso il frutto colpito dalla saliva assume un cattivo sapore che lo rende inidoneo anche per il settore della trasformazione. Scopri cosa puoi fare per eliminare le cimici asiatiche nell’orto con i nuovi rimedi e le nuove strategie.

Come sono arrivate

La cimice marmorata è originaria dell’Oriente (Cina, Giappone, Corea del Sud e Taiwan) e ha sempre vissuto in perfetto equilibrio con le altre specie autoctone senza provocare danni e creare fastidio alla popolazione, perché esisteva un suo antagonista naturale (il Trissolcus halyomorphae). Nel 1998, alcuni esemplari di questa specie riescono a raggiungere gli Stati Uniti d’America attraverso le spedizioni di semi e frutti e colonizzano i campi americani danneggiando i raccolti ancora oggi.

Con le stesse modalità, questo insetto ha fatto registrare la sua presenza in Svizzera nel 2004 per poi espandere la sua influenza anche in Germania, Francia, Grecia e Ungheria. Solo nel 2012 raggiunge l’Italia e si afferma rapidamente in tutto il settentrione.

Cosa mangiano

L’Halyomorpha halys, questo è il suo nome scientifico, è un eterottero poco più piccolo di 2 cm molto simile alla cimice verde, ma di colore grigio-rame e si nutre di circa 300 tipi diversi di semi e frutti.

Come tutti, ha delle preferenze nutrizionali che vanno dalle rosaceae alle fabaceae e sono ghiotti di soia, mais, mele, pere, uva, albicocche, prugne, pesche, ciliegie, cachi e kiwi e non disdegnano fagioli, girasoli, peperoni, pomodori e lamponi.

Perforando i tegumenti delle piante ne succhia il nettare provocando alterazioni molto vistose e spesso la necrosi, mentre le foglie rimangono pigmentate. Altro effetto dell’alimentazione della cimice cinese è la morte dei semi delle piante e l’infezione con fitopatogeni dannosi per le colture.

Proprio per l’abbondanza di cibo, il clima favorevole e la pressoché totale assenza di antagonisti naturali, questo insetto ha trovato il suo habitat ideale dove riprodursi senza alcuna limitazione.

Come si riproducono

La riproduzione ha subito alterazioni nel nostro paese, infatti, mentre nelle terre di origine riusciva a riprodursi solo una volta l’anno, in Italia riesce ad avere da 2 a 4 cicli riproduttivi. Come egregiamente scoperto dalla UNIMORE, il ciclo riproduttivo è molto fertile e ogni esemplare femmina produce fino a 500 uova ad ogni ovideposizione anche se mediamente arrivano a deporne meno di 250.

L’accoppiamento dura circa 10 minuti dopo il quale vengono deposte le uova che si schiudono in meno di una settimana, liberando degli individui che raggiungono lo stato di adulto in soli 50 giorni.

La cimice appena nata non possiede le ali e ha, quindi, una mobilità molto ridotta allontanandosi raramente dalla pianta che ha colonizzato. Solo la scarsità di cibo o la presenza di repellenti la costringono ad allontanarsi sulle zampe.

Raggiunta la completa formazione può spostasi in volo molto rapidamente, coprendo distanze di 2 chilometri l’ora.

Fortunatamente, il ciclo vitale è molto breve e questa specie ha un’aspettativa di vita di un solo anno ma, nonostante ciò, può produrre una prole di 3.000 insetti durante la sua vita.

Come eliminarle

Ecco ora i rimedi naturali per eliminare le cimici asiatiche che, com’è ovvio, non contemplano alcune tecniche che fanno uso di insetticidi o prodotti chimici che potrebbero alterare la qualità del tuo prodotto e modificare l’equilibrio biochimico della terra.

Per ottenere la conformità della produzione ottenuta con metodo biologico sono in vigore le norme dell’Unione Europea Reg. CE 834/07 e CE 889/08 che escludono qualunque utilizzo di sostanza derivante da sintesi chimica ma ammettono l’adozione di tecniche o sostanze naturali e persino alcuni artifici tecnologici di recente introduzione.

Pertanto, da questo articolo sono stati esclusi i rimedi non conformi ai regolamenti CE, come gli Interventi localizzati perimetrali del frutteto (IPM-CPR) che fanno uso di insetticidi nel campo e ai suoi bordi, oppure i trattamenti insetticidi ad ampio spettro con piretroidi, neonicotinoidi o fosforganici che sono vietati nell’agricoltura biologica.

Metodo parassitoide

Per parassitoidi intendiamo quelle specie che sfruttano le funzioni vitali di un altro essere portandolo alla morte prematura.

In Giappone esiste una specie di ape molto diffusa che usa le uova delle cimici asiatiche per deporre le proprie uova. Le larve di vespa si nutrono del contenuto delle uova dell’essere ospitante prendendone il loro posto.

La Samurai Wasp (vespa samurai), il cui nome scientifico è Trissolcus japonicus o Trissolcus halyomorphae, è stata già sperimentata a Vancouver, nello Stato di Washington, e i risultati di questa ricerca sono stati pubblicati il 9 agosto 2019 sul Journal of Insect Science, Volume 19.

L’esito dell’esperimento è molto interessante e sembra dare ragione ai sostenitori della vespa samurai nella lotta a questi insetti anche se le percentuali non sono da capogiro. Solo il 67% delle uova di Halyomorpha halys sono state parassitate con successo mentre le altre sono hanno seguito il corso naturale dello sviluppo (alcune si sono schiuse e altre sono morte o uccise da altri predatori).

Queste percentuali devono far riflettere sulla efficacia di questo metodo prima dell’introduzione di questo insetto in Italia. Molti agricoltori stanno pressando le istituzioni affinché si arrivi all’adozione di questa specie esotica senza considerare gli effetti negativi che potrebbe avere sulle altre specie animali e vegetali, uomo compreso.

Inoltre, negli Stati Uniti esistono altre 14 specie di imenotteri che sono capaci di attaccare le uova di diversi insetti, incluse le cimici e soprattutto esistono alcuni predatori che si nutrono di loro nelle diverse fasi di sviluppo dopo la schiusa delle uova.

In Italia è molto diffuso il parassitoide Anastatus bifasciatus che pratica l’host-feeding, ossia la cova delle proprie uova all’interno di quelle dell’Halyomorpha halys.

Si procede ora all’allevamento di massa di questi insetti per la successiva liberazione sui nostri campi coltivati.

Sul canale “Con i Frutti della Terra” è stato pubblicato un interessante video su questo insetto:

Cimice asiatica: la speranza si chiama Anastatus bifasciatus

Metodo predatorio

Gli insetti delle famiglie degli Antocoridi, degli Asilidi, dei Cantaridi, dei Pentatomidi,
dei Reduvidi e dei Tomisidi sono dei micidiali predatori della cimice asiatica e alcuni di questi sono già presenti sul nostro territorio e svolgono un’azione di contrasto alla diffusione di questa invasione. Esiste uno studio sulla diffusione di parassitoidi e predatori che può essere illuminante per chi volesse approfondire la questione.

In Italia i predatori più diffusi sono: l’Heteroptera Reduvidae e l’Heteroptera Nabidae. Entrambi si nutrono della cimice marmorata ma solo quando è nella fase di neanide cioè prima della raggiunta maturazione.

Una volta che la cimice asiatica ha raggiunto la maturazione, queste cimici assassine diventano inefficaci e dovrai ricorrere ad altri rimedi per eliminarle.

Metodo di esclusione, reti monoblocco e monofila

La percentuale di riduzione del danno da infestazione di Halyomorpha halys raggiunge il 99% se l’applicazione delle reti monofila avviene ad aprile mentre il risultato è deludente se vengono installate tardivamente (seconda settimana di giugno), ottenendo una livello di successo inferiore al 70%.

Cimici asiatiche nell'orto rimedi naturali
FONTE: S. Caruso

Oggi questa metodologia rappresenta la migliore per il contrasto alla distruzione dei raccolti anche se si limita a proteggere singole aree di produzione agricola e non serve ad annientare la presenza di questo insetto.

Lo svantaggio delle reti di esclusione è solamente il costo di acquisto, installazione e manutenzione che è tra i più alti. Queste reti hanno però l’innegabile vantaggio di proteggere il raccolto anche da altre minacce biologiche e meteorologiche (grandine) e rappresenta quindi un valido investimento. Eccoti una tabella per calcolare i costi:

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FONTE: Lara Maistrello UNIMORE

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